Cosa è Aesthetics e dove nasce l’Arte Visuale Vaporwave?
L’Aesthetics, anche scritto AESTHETICS è l’arte visuale che normalmente accompagna la musica Vaporwave. In questo articolo racconto origini e tendenze.
Contenuto dell'articolo
Cosa è l’Aesthethics e dove nasce l’ “AESTHETICS“ , il gusto estetico Vaporwave?
Come sai la Vaporwave nasce da una serie di emozioni, di sensazioni di nostalgia e dalla crisi del capitalismo di fine anni 80, inizio 90. La Vaporwave prende spunto dalla musica elettronica sperimentale che usa campioni jazz, funk e new age degli anni 80, ed è accompagnata da video e immagini aventi una identità precisa fatta di visuals che rimandano a quegli anni. L’Aesthetics prende quindi le immagini del passato distorcendole, colorandole e abbinandole a suoni e effetti lo-fi, arricchendosi con riferimenti di cultura Giapponese (scritte in Hiragana e Katakana, frame di Anime e film, programmi tv) e cultura pop, fondendo tutto questo in un mondo trasversale, fuori dal tempo e dallo spazio.
Il movimento Vaporwave è globale, non ha, a differenza di altri, un luogo preciso di nascita.
Nato dai meme, cioè la fusione di elementi di sotto-cultura pop diffuso da individui tramite imitazione e riproduzione in serie, di musica e immagini retrò modernizzate e diffuso tramite il web, principalmente Reddit e Tumblr fino a prendere il posto che merita nell’arte.
Pur riprendendo una serie di immagini tanto care a chi negli anni 80 era un ragazzino che vedeva nastri VHS, programmi con grafiche a bassa risoluzione, suoni bitmap e pubblicità pro-capitalismo, la vaporwave attinge anche all’arte classica, utilizzando all’occorrenza busti greco-romani (vedi CVLTVRΣ o Stereo Component), fondendola con materiale di moda in quella decade; loghi, sponsor che spesso erano e sono tuttora protetti da copyright, proprio come critica ironica al decadimento di tutto il capitalismo che ha donato sogni e idee di grandezza alla società, rivelandosi in vero una delusione, portando una crisi avvertita nel profondo dagli artisti di questo genere.
Decontestualizzazione e Spersonalizzazione nell’Aesthetics
Come nella pop art, la decontestualizzazione è forse la spinta principale di questo genere, lo slacciare elementi e fonderli in modo casuale (anche se a livello estetico niente è casuale) in uno spazio non definito incorniciato da elementi in pixel art, palme e statue classiche come a sottolineare che un luogo non esiste e tutto il vuoto consumismo ci ha trasportati in questi spazi del nulla, in queste realtà metafisiche con tonalità neon o pastello, così irreali eppure così piene di emozioni sognanti e nostalgiche, ora angosciate, ora affascinate, non ha alcuna meta.
Ci sono però una serie di luoghi “reali” che ritornano: i living space (Vektroid) con oggetti sterili e vuoti e tv scintillanti da dove il potere del Big Brother, dei media ci controlla, i centri commerciali come la cover di Vacant Places, resi quasi paradisiaci, con colori scintillanti che possono darci tutto ma che in realtà hanno delle scale che sembrano riportarci nuovamente al nulla.
Di nulla e di psichedelico,sanno anche gli sfondi spesso messi dietro a personaggi famosi o a donne asiatiche.
Tutto questo controbilanciato da palme e mare di posti esotici tropicali, lontani, come fossero totalmente irragiungibili in questo contesto, eppur presenti.
A causa di questo e degli evidenti problemi nel citare spesso con critica, materiale protetto, l’Aesthetic della Vaporwave pur avendo dei padri, ha artisti sconosciuti, nati e cresciuti su pagine anonime e in cui non ci si mostra (4chan ad esempio) a creare oltre ad uno decontestualizzazione degli spazi, una spersonalizzazione dell’individuo stesso.
Estetica e Colori dell’Aesthetics
Un punto princiale dell’aesthetic sul quale soffermarsi sono i colori scelti (principalmente
una scala che passa dal celeste-blu al magenta-viola ma anche le sfumature tramonto giallo-rosso),
spesso a creare un contrasto forte che faccia effetto neon, come in un futuro cyberpunk in cui
l’atmosfera è più importante della materialità delle cose, in cui delle scritte spesso in bassa risoluzione
(font che risalgono alle origini di Widows, come il Times new Roman) si sovrappongono a
quel mondo in cui da un momento all’altro un glitch potrebbe distorcere ciò che vediamo e sentiamo
per poi sostituirlo con un wall di numeri, un matrix che trasforma ogni nostra credenza in una
serie di algoritmi e numeri senza vita.
Colors Ways to bliss, l’artbook Aesthetics, Vaporwave, Erotico
Proprio sui colori, sui loro contrasti, sulla cultura orientale e sulla perdita dei concetti fondamentali si fonda il mio artbook Colors – ways to bliss, che cerca però tramite illustrazioni sessuali-erotiche di riportare il fruitore da un mondo corporale e fatto di passioni, alla fusione tra corpo e mente e quindi alla liberazione dai concetti inculcatici dalla società consumistica per giungere all’apertura dell’occhio della mente e al trovare noi stessi tramite il sesso, la consapevolezza di noi e degli altri.
Seppure in tanti hanno pensato che la morte della Vaporwave e dell’ Aestethics fosse dietro l’angolo la verità è che la critica che è alla base, viene avvertita anche da generazioni successive, il capitalismo è ancora presente e palpabile e la nostalgia di epoche mai vissute ha molta presa, anche grazie a riferimenti nipponici e ad un ritorno del gusto pixel e retrò, quindi in vero la Vaporwave sembra avere ancora molto da dire.
Ti lascio il link dell’intervista su Colors: