Nostalgia anni 90: non ci sono più gli amici di una volta
C’è una cosa che mi manca degli anni 90: le lunghe chiacchierate a telefono o di persona con gli amici. Non quell’esercito di sconosciuti che abbiamo fra gli amici di Facebook sia chiaro, ma quei 2 o 3 fidati amici con cui parli di tutto, per ore, senza annoiarti mai né litigare.
Che poi magari avevamo anche idee diverse ma santo cielo riuscivamo a parlarne, ad articolare discorsi sensati per ore, anche con gli amici più radicalizzati (chi non ha mai avuto l’amico comunista, fascista, ciellino…)
Con gli “amici degli amici”, gente che magari non conoscevi e con cui ti trovavi per caso a condividere una serata, il rispetto e la buona educazione erano se possibilmente ancora maggiori.
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Comportarsi educatamente con tutti, soprattutto con gli sconosciuti, negli anni 90 era la norma.
Oggi mi trovo a condividere spazi di discussione coi nuovi amici che mi ha messo a disposizione il progresso, e il disagio che mi assale è atroce.
Dopo neanche una frase la metà delle conversazioni va in berserk stile asilo mariuccia. Iniziano a volare a nastro “fascista comunista piddiota analfabeta funzionale…” e non parlo solo di discussioni politiche.
Qualunque argomento va bene per litigare su Facebook: dall’alimentazione alle case in legno svedesi.
E non è neanche questione di ceto sociale o cultura: l’arroganza nelle discussioni è qualcosa di veramente trasversale. Inutile specificare che più sono arroganti e più si sentono salvatori dell’umanità. Roba da TSO per delirio mistico di onnipotenza.
Adesso io sto qua seduto in stazione in attesa del treno, col cellulare in mano, a scrivere queste righe per evitare di litigare su Facebook.
Costretti a rinunciare al dialogo, riempiti di amici che non conosciamo, ci siamo condannati alla solitudine.
È questo il futuro che vogliamo?
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