Servono più Unabomber e meno Chat GPT
Prima di segnalarmi alla Digos devi sapere che questo articolo dal titolo provocatorio parla di cultura e non di terrorismo: mi lamento del fatto che la gran parte di articoli, libri, film e prodotti culturali in generale ormai è di una banalità disarmante.
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Un’emozione da poco
L’intelligenza artificiale e il crollo del costo del lavoro intellettuale in alcuni settori creativi e tecnologici, moltiplicati dalla bramosia di notorietà dilagante di imprenditori e content creators, hanno portato all’invasione di opere senza idee originali né anima.
“Riassumi, copia, incolla e pubblica” sembra il piano di lavoro 99% delle redazioni.
“Che faccia gli facciamo fare? F4: Basito” (cit. Boris)
Carta da culo
A cosa dovrebbe servire l’ennesimo libro o podcast di divulgazione che riassume il pensiero dei veri esperti del settore? Non parliamo poi della divulgazione “for dummies”, quella veramente per tutti, talmente per tutti che sembra scritta da mia nonna.
Non è un caso infatti che secondo lo studio Nomisma fresco fresco di giugno 2023, il 30% dei libri pubblicati in Italia vende meno di 10 copie. Neanche la famiglia dell’autore se lo compra!
Libri che vengono pubblicati a spese dell’autore unicamente per poter dimostrare di aver scritto un libro, per far parlare di sé 10 minuti, per regalarli agli eventuali clienti, etc etc.
Una copia di una copia di una copia
Gli sceneggiatori di Hollywood stanno scioperando per i salari, ma cosa hanno scritto di veramente memorabile negli ultimi 15 anni?
A cosa serve la serie tv o l’illustrazione che si limita a ricombinare gli elementi di altre 5 opere di successo note a tutti? I prodotti di intrattenimento e culturali oggi sempre più spesso non poggiano su idee originali, e i film abbondano di remake.
Si ma perché?
Non capisco se sia per paura di rischiare di discostarsi dalla massa e voler compiacere le piccole minoranze rumorose, o se è per semplice povertà di idee e fantasia.
Ma ho l’impressione che il motivo sia la mancanza di una tesi solida, di un convincimento, di qualcosa di interessante da dire.
Cosa c’entra Ted Kaczynski?
É forse per questa così diffusa povertà di idee che ad esempio uno dei testi più innovativi ed influenti nell’analisi sociale contemporanea (fuori dal mainstream in cui si racconta che va tutto bene), sia “La società industriale e il suo futuro” ovvero il Manifesto di Theodore John Kaczynski, alias Unabomber?
Si perché Kaczynski prima di impazzire e diventare Unabomber vivendo isolato dalla modernità, era uno stimato professore universitario, e la sua intelligenza talmente fine che la polizia non riesce a catturarlo per anni.
Mr. K tratterà la sua resa solo a patto che le più grandi case editrici pubblichino il suo Manifesto. Per una disamina delle conseguenze dei suoi scritti consiglio l’articolo Le eredità di Ted Kaczynski, in particolare la parte di Alessandro Lolli (ma non solo).
Mr K ha dovuto diventare l’uomo più ricercato d’America per poter pubblicare e far conoscere le sue teorie rivoluzionarie.
A dimostrazione per altro che non basta essere “fuori di testa, e diverso da loro” per poter dire qualcosa di interessante, ma devi anche aver studiato e parecchio.
Ritorno ai classici
Mi trovo quindi sempre più spesso a ricercare nuove conoscenze in libri “vecchi”, manuali di base, o in dimenticate biografie di uomini consegnati alla Storia (artisti, scienziati, filosofi, capitani d’armi, criminali…), o romanzi che hanno fatto la storia della cultura pop mondiale. Come la saga di Dune, che sto divorando e ormai volge al termine.
A proposito di classici è illuminante in questo senso la recente visita al Museo di Casa Leopardi in cui tocchi con mano l’incredibile genio di Giacomo Leopardi (la cui vita reale fu MOLTO diversa da quella che studi a scuola). Capace di memorizzare per sempre ogni libro con una veloce lettura, e in grado di leggerne quasi 15.000 entro la maggiore età.
Come pensava? Ma soprattutto cosa lo animava, che desideri aveva?
Tocca andare a Recanati per scoprirlo.
Sempre più spesso finisce che solo in queste fonti trovo, paradossalmente, qualcosa di originale che mi fa viaggiare con la mente.
“E il naufragar m’è dolce in questo mare.”
Se questo articolo ti è piaciuto potresti leggere questo ricordo nostalgico delle vecchie riviste anni 80-90.